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Antropologia applicata

L'Antropologia conosce due declinazioni diverse: in ambito sociale è più frequente fare riferimento all'Antropologia culturale; in ambito filosofico invece l'antropologia (Antropologia filosofica) rientra negli studi di Filosofia morale. Anche l'Antropologia applicata può essere declinata secondo l'una o l'altra delle due specificità: nel caso delle ricerche che conduco all'Università di Padova e presso il Centro Studi Jacques Maritain si tratta del versante filosofico.

 

In cosa consiste l'Antropologica applicata (riferita alla declinazione filosofica)?

 

Il pensiero filosofico si è interrogato fin dai suoi esordi sull'uomo, cercando di elaborare delle chiavi di lettura che consentissero di comprendere più profondamente le dinamiche della vita ma anche il senso complessivo dell'esistenza umana. L'antropologia applicata propone di utilizzare le chiavi di lettura del pensiero classico (dall'antichità al XIII Secolo) per riprovare a leggere ed interpretare in modo unitario le questioni fondamentali della vita, misurandosi con le problematiche più tipiche della società contemporanea (e quindi anche con le diverse forme del disagio).

 

Perché fermarsi al XIII Secolo?

 

Non c'è nulla che prescriva di fermarsi al XIII Secolo: il pensiero filosofico ha proseguito il suo corso, naturalmente. Si tratta semplicemente di una scelta metodologica.

Nel XIII Secolo troviamo in particolare l'opera di Tommaso d'Aquino, riconosciuto come uno dei grandi "classici" del pensiero occidentale. Si dice, a ragione, che la sua sia una grande sintesi della riflessione dei secoli che lo precedono, una sintesi in cui ritroviamo l'eredità di Aristotele, ma anche di Platone e poi soprattutto della tradizione cristiana.

La scelta di lavorare per lo più con gli strumenti intellettuali elaborati da Tommaso, prova a trasformare un punto di debolezza in un punto di forza. Noi potremmo infatti immaginare che un pensiero elaborato nel XIII Secolo non sia più in grado di confrontarsi con i problemi della contemporanità: il mondo, in sette secoli, è cambiato moltissimo. Possono ancora dirci qualcosa l'antropologia e la psicologia di un medievale?

Con un po' di attenzione ci si può accorgere che la maggior parte delle chiavi di lettura elaborate da Tommaso consente di interpretare e comprendere con profondità tante esperienze e problematiche dell'uomo contemporaneo. L'"antichità" del pensiero diventa allora un punto di forza: se una chiave di lettura elaborata in un clima culturale e in un'epoca molto lontana dalla nostra riesce a farci comprendere meglio qualcosa della vita del XXI Secolo, allora vuol dire che quella chiave di lettura raggiunge un buon grado di "universalità". Rimane cioè un efficace strumento di interpretazione e di conoscenza anche quando le situazioni contingenti di cui si occupa sono nuove o diverse da quelle in cui le chiavi di lettura sono state elaborate. Abbiamo così maggiori garanzie che ciò che stiamo "vedendo" in profondità è qualcosa di tipicamente umano e non qualcosa tipico di una cultura, di un contesto o di un'epoca.

 

È utile tener conto però anche dei progressi delle altre discipline, ad esempio della psicologia o della sociologia?

 

Certamente, non possiamo pensare di fermarci al Medioevo. Questo vale soprattutto dal punto di vista della pratica: lo sviluppo dei saperi è prezioso per illuminare le situazioni di vita da più prospettive. Per quanto riguarda la ricerca si possono seguire però più strade: si può scegliere un percorso comparativo, e cioè provare a vedere in che modo approcci diversi affrontino e comprendano le medesime problematiche. Questo suppone però una competenza adeguata in più settori. Una via più semplice - ed è quella che ho scelto finora - è quella di mettere a punto il più possibile un solo approccio, offrendo i risultati della ricerca ad altri che – se lo riterranno – potranno poi utilizzari (e perfezionarli) in comparazione con altri sistemi interpretativi.

Spesso accade che qualcuno mi domandi: ma hai letto quello che ha scritto sul tema X il filosofo (il sociologo, lo psicanalista...) Y? Ha scritto qualcosa di molto simile... Rilevare che autori diversi, senza contatti tra loro, hanno messo a fuoco un medesimo problema con la stessa profondità è sempre una scoperta interessante. Il più delle volte scelgo tuttavia di non andare a curiosare qua e là: piuttosto cerco di esplorare nuovi campi di applicazione della prospettiva d'insieme che ho deciso di coltivare.

Alcune piccole pubblicazioni, come Decidersi e Essere utili, vogliono essere un modo per segnalere alcune delle "perle" che il pensiero filosofico (nello specifico quello della tradizione cristiana e di Tommaso), pur se vecchio di secoli, mette ancora oggi a nostra disposizione.