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CURA DELLA SCRITTURA

Su twitter spopolano le citazioni di Franca Leosini per #storiemaledette, citazioni selezionate accuratamente dal pubblico proprio per quel loro gusto che si direbbe da “narratore ottocentesco”. Ma lei respinge questa aggettivazione, è “cura della scrittura”.

Così, da vera professionista della narrativa, ci aiuta a capire che è possibile creare sottolineature che balzano all’occhio (di tutti) con eleganza, distanziandosi nettamente dal turpiloquio, dalla parola sguaiata, dall’analogia greve o banalmente ammiccante all’universo delle funzioni riproduttive, che spesso sembra essere l’unico bacino lessicale a cui sappiamo attingere per dare colore e forza ai nostri concetti.

Dicono che un tempo anche nel Parlamento Italiano si ascoltassero autentici capolavori di eleganza negli interventi. Poi è arrivato il tempo dell’esibizione di cappi e lenzuolate, per capirsi in fretta, senza rischiare fraintendimenti.

Eppure la parola tornita non vela, ma rivela: mentre ci offre qualcosa da decifrare gustosamente ci obbliga anche a trattenerci, a lasciarla riecheggiare almeno un po’, per apprezzarne le sfumature. Ci offre tempo. Ci invita a sostare, a meditare prima di reagire e di agire.

Forse è proprio di narrativa che abbiamo bisogno, anche per accostarci al tragico. Ed è molto più di storytelling.

 

Ritaglio da un'intervista a Franca Leosini, Il Corriere della Sera, 26 marzo 2018, p. 25