Tra venerdì 17 e sabato 18 febbraio Trieste ospiterà l’evento paroleostili.com. Si parte dal mondo dei social e della comunicazione online per misurarsi con il problema delle parole che sostengono la tessitura – o lo sfilacciamento – delle relazioni interpersonali. Con una tesi antropologica di fondo: non esistono il mondo “reale” e poi, scollegato e impermeabile, il mondo “virtuale”, mondi in cui poter mettere in gioco a proprio piacimento identità e stili diversi, magari pensando che tanto online è tutto finto e non accade nulla di serio. Tutto virtuale, appunto. Invece quel che noi siamo realmente si manifesta anche e ovunque nel nostro modo di esprimerci, nelle parole che scegliamo per raccontare le nostre idee, per promuovere le nostre convinzioni, per manifestare le nostre perplessità, il nostro disappunto, la nostra approvazione.
Nella mattinata di sabato gli organizzatori hanno immaginato di ospitare anche un panel che considero difficile, intitolato “In nome di Dio”. Difficile perché, a dispetto del titolo, non vuole mettere in causa le religioni, ma far riflettere sul nostro modo di parlare delle realtà a cui teniamo di più, sul modo di presentare le nostre convinzioni più profonde, quelle che custodiamo “religiosamente”, quelle per cui saremmo pronti a “sacrificare” ogni cosa. Quelle per cui siamo anche più sensibili e suscettibili se qualcuno le “tratta male”. Quelle che, a partire dall’esperienza di vita che ne abbiamo, per noi sono vere, anche se altri non ci credono. Un panel difficile, perché prova a tenere le questioni di stile vicinissime a quelle di contenuto.
Nelle due ore a disposizione interverranno ospiti che in modi diversi hanno a che fare con questo genere di comunicazione e di “materia”, plastica e incandescente. Ci aiuteranno a riflettere sui vicoli ciechi in cui talvolta ci si infila immaginando di “dire bene”, ritrovandosi invece invischiati in scambi e conflitti ad alto tasso di ostilità; ci racconteranno quali sono le loro attenzioni nella cura di uno stile e nella scelta delle parole; ci provocheranno, facendoci notare che talvolta per farsi capire da nuovi interlocutori accade di usare linguaggi ed espressioni che scontentano vecchi amici; ci mostreranno come si possa sorridere di quel che è prezioso senza infangarlo, ma magari togliendo a se stessi quella patina di seriosità di troppo, che tutti ci portiamo appresso quando parliamo delle nostre “cose sacre”, quali che siano.
Ci saranno insomma spunti diversificati, che poi spetterà a chi parteciperà in sala raccogliere e rilanciare agli ospiti, per qualche parola in più. Senza l’ansia di concludere, ma con il desiderio di iniziare un confronto, anche con la curiosità di vedere cosa accade e se i suggerimenti del Manifesto della comunicazione non ostile troveranno applicazione nei modi della discussione dal vivo.
L’appuntamento è per sabato 18 alle 11:00 alla Stazione Marittima di Trieste, che ogni tanto qualcosa di culturalmente innovativo germoglia anche lì dove non arriva l’Alta Velocità e dove in molti rimaniamo affezionati ai garbati e lenti modi ottocenteschi.
Gli aggiornamenti sugli ospiti che interverranno e il format di iscrizione per partecipare si trovano qui: http://www.paroleostili.com/aree-tematiche/in-nome-di-dio/